32. STORIA DI UNA VITA D’AMORE.

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Carissimi

Che felicità viaggio per malattia di Luciano, ma

col cuore missionario: fammi capire, Signore,

che non sto sbagliando ed ecco che incontrare

persone nuove, sorridenti, dire la mia nuova

storia di scrittrice è un’emozione edificante

e straordinaria, che mi riempie di vigore,

di vitalità, di forza nell’annuncio della

Buona notizia. Credo che nulla perso vada.

Quando rileggo gli scritti per correggere le bozze

affermo e dichiaro: “non è Opera mia scrivere

le dolcezze, assaporare le atmosfere celestiali,

esplicative di quesiti e di risposte, certamente, si,

riconosco la grazia è mia, ma il contenuto

mi è dettato e suggerito, solamente scivolo

con la penna, tenendo mente, orecchie e cuore

aperti per recepire i pensieri stupendi da scrivere.

E’ troppo bello e grande il Tuo Amore per noi,

sazi ogni sete di bellezza, fai donare senza

riserve ogni sacrificio, prendi ogni nostra confidenza,

allieti l’animo di letizia, di vigore, di beatitudine, ci

sollevi in Alto per donarci i Tuoi cibi di consolazione,

di Luce chiara, quella della Fede, della speranza.

O Divin Redentore, dolcissimo sollievo delle mie pene,

tutto vorrei raccontare a tutti di Te. Giovanni è una

persona anziana, di cammino spirituale, un amico

confidente sapienziale: Loreta ti vuoi ammazzare

di fatica? mi dice, non temere. San Martino non si rifiutò

nella fatica, aveva la massima fiducia in Dio. Anche

io riconosco l’eccezionalità del dono: I pensieri mi

vengono come se dettai, non sono i miei, ricevo