vivere. Ecco cosi che l’Uomo di Dio, della
pace, del perdono, della riconciliazione,
della fratellanza, della misericordia,
intermediario, interlocutore, che fa riflettere
sociologicamente e teologicamente sul destino
dell’uomo, sul come vivere, come agire,
cosa cercare, Chi seguire per autodeterminare
ogni essere umano che non può esistere soggetto –
– persona senza le relazioni con gli altri,
guardando il Cielo, pregando, eliminando
le maschere dell’ideologia dominante del primato
dell’Io, della soggettività, del bastare a se stessi,
del perdersi dietro messaggi e propagande superficiali,
per affermare il primato dell’altro e del fratello.
Solo i rapporti d’amore e d’amicizia condizionano
il buon vivere della società, rendono gli uomini
liberi, non chiusi ma proiettati fuori di sé, attori,
inventori di storia nuova, rinnovata, lontani
dai comportamenti di stagno, ma creatori di se stessi,
capaci di rinnovarsi, di guardare sempre oltre, produttori
delle società, non vittime, non schiavi di consumismo
e di materialità. L’essere non è relativo a sé, ma
si realizza con l’Altro; è la conditio sine qua non, è l’identità,
è il distacco dai vincoli personali: “Se non muore il grano ”
per ritrovarsi uni nella preghiera, nella pace, vincolo trinitario.
Amen.