e nel servizio, nel dialogo, nella comprensione
della condizione umana porta all’umanizzazione
dell’intera società che cresce nel bisogno e
nella disponibilità dell’uno verso l’altro,
con l’attualizzazione di una caritatevole
amorevolezza che fa spendere tutto se stesso,
annullandosi per il bene altrui. La carità
è benigna, è lodevole, non erra, è l’abito
evangelico, fa dimenticare sé per venire incontro
a chi soffre, a chi geme con ogni progetto e solidarietà,
si spoglia del mantello per coprire, induce
ad essere gratuitamente buoni samaritani
per far crescere l’albero che porta buoni frutti,
per realizzare opere di buona convivenza sociale.
Grazie a tutte le cooperazioni, le associazioni,
gli Enti morali, ad ognuno di buona volontà
che con ogni modo e con ogni mezzo i propri talenti
spende, per venire incontro all’emergenza umanitaria,
cooperando per lenire facendo la propria parte
alla condivisione con sacrificio, con volontariato, per lenire
le sofferenze fisiche e psicologiche dei malati, dei sofferenti,
degli emarginati, dando fosse un sorriso, la speranza ai disagi.