DISQUISIZIONE DI LUCIANO SUL CORPO
Io non sono il corpo, vi abito dentro, ma non coincido con esso. Non
sono neppure la vita: mi sono sviluppato nel corpo per mezzo della
vita ma non sono né l’uno né l’altro. La vita mi è stata data ed io
esisto in conseguenza di essa: io esisto in seguito alla vita e non
che la vita c’è in quanto io esisto. Il corpo è il contenitore della vita
e di me. La vita come è entrata così deve essere uscita. La morte
del mio corpo sia secondo natura. Poi voglio aggiungere che il mio
riferimento è la morte di Gesù Cristo. La Sua morte ha un enorme
valore per l’umanità tutta. Sebbene violenta, tragica Egli non fece nulla
per evitarla. Il corpo appartiene alla natura. Io no. Io sono coscienza,
volontà, Amore, imperfezioni morali, sociali, ma non sono natura.
Spero profondamente che Io sopravviva alla morte del corpo, spero
in Cristo e quel che ha promesso non perché non voglio dissolvermi
nel nulla, ma spero di poter incontrare tutte le persone che mi hanno
Amato. Spero nell’Amore senza fine non la vita ma la felicità. Spero
che questa felicità sia per tutti perché se è solo per qualcuno allora
non è felicità. Una parte non può contenere il tutto noi siamo una
parte di Dio è il tutto. Il tutto è la manifestazione di Dio in maniera
di diversa gradazione. Nell’uomo Dio si manifesta per ciò che è, in
Cristo si manifestò nella sua pienezza: è l’Uomo-Dio.
Impossibile a comprenderlo, tutto per Fede è illuminato.