Fammi dimostrare la Tua profonda pietà,
che travasi in me assistendo amorevolmente
il mio malato, gli ammalati, anziani e la giornata
senza trascurare la famiglia vado a visitare
confortare i bisognosi. Mi dice Luciano pur così
malato: Sei il mio Angelo Santo. Mai avrei
pensato di doverlo accudire così, da trattarlo
come un bambino piccolo che nulla fare può,
perfino preparargli pappine quasi liquide, non potendo
più mangiare il pranzo normale, cambiarlo,
vestirlo, pulirlo ed egli così dolcemente
si fa uscire qualche lacrima ed insieme
ci commuoviamo e piangiamo. E’ come
un piccolo ospedaletto la casa zeppa di medicine
quasi ad ogni stanza. Egli si fa curare in tutto
e per tutto, pulire le piaghe che aumentano,
sopportando pene e dolori, ci dice conoscete
Gesù sulla Croce? Tantissimo soffre e
ha bisogno di attenzioni e cure continue,
di essere accudito, assistito amorevolmente!
Se mi riprendo, Loretina, ti vorrò fare
una statua di vetro-resina, ti meriti
tutto. Gesù ci dice che l’ultima parola non è
la morte, ma la vita. Egli prende su di Sè e ci
sostiene nell’affrontare la sofferenza e la morte.
Alleluia. Amen.