Il pensiero di fra Giacomo
Giovanni Paolo II fa trend con Maria di Nazareth
Giovanni Paolo II fa trend con Maria di Nazareth. Colei che fu ed è la madre di Dio, la madre di Cristo, la madre di tutti gli uomini, la madre degli orfani, la madre dei senza fissa dimora, la madre degli afflitti, la madre dei perseguitati, la madre dei criminali, la madre dei senza amore, la madre dei senza pietà, la madre degli insonni che non dormono per la perdita del lavoro, la madre dei separati, la madre dei non amati, la madre di chi accetta la volontà di Dio… la madre… la madre… la madre… la madre del Totus tuus (“Tutto è tuo”). “De Maria numquam satis”, recita da secoli una pia antifona. Quanto infatti è stato scritto, poetato, narrato, cantato sulla madre di Gesù! Da Jacopone a Péguy, a Claudel, a Eliot da Dante a Lope de Vega, a Bernanos, a Hopkins; da Petrarca a Turoldo. Per non parlare dei santi (Bonaventura, Bernardo, Bernardino) e degli oscuri o anonimi, che con ingenuità, rozzezza o retorica hanno invaso di lodi la “Donna del Paradiso”. Eppure non basta “numquam satis”, (non basterà mai). Nel parlare di Maria (anzi, a Maria) l’autrice con originalità e arditezza ha usato uno stile dalle toccanti soavità, pregno di tenerezza, elevati stupori da vibrante poeta; ma poi forza, passione, coraggio… è in alcuni casi anticonformista. Tutte virtù che fanno stimare e amare la madre Maria, amare a fondo colei che oggi, come ai suoi tempi a Nazareth, affronta infamie, fiacchezze, ritardi sociali a favore degli ultimi – e Lei stessa sperimenta nel quotidiano. Sì è proprio così: si deve immaginare Maria come “donna dei nostri giorni”, una “gentil signora” che insieme a noi, come noi e con noi, ha i suoi silenzi, fa le faccende domestiche, fa la spesa e… guarda nel portafogli se c’è denaro a sufficienza per farla; probabilmente suo marito Giuseppe il giorno prima