La sofferenza e Giovanni Paolo II
E’ l’incontro dell’uomo con Dio. “Ecce homo”,
ecco l’uomo, è l’immagine perfetta dell’uomo, Cristo
sofferente, presentato al mondo. Scrive il Pontefice
Giovanni Paolo II: Quando la sofferenza diviene
il luogo d’incontro dell’uomo con Dio, allora
la sua dimensione purificatrice si apre in tutta
la sua pienezza oltre i confini della vita.
Kierkegaard, filosofo danese dell’Ottocento, ha
scritto: “Non si giunge alla Fede senza passare
attraverso lo scandalo, che è la Croce”.
Essa ci eleva alle altezze della Divinità vertiginosa,
alla Luce e allo splendore, di premi ci adorna
e di ghirlande e di compagnia con Cristo
che ha preso nell’Incarnazione la nostra
umanità e l’ha trasformata, elevata,
ridando valore e dignità ad ogni uomo,
superiore a tutte le cose create. L’uomo di Fede
ha davanti a sé la Croce di Cristo, il quale
ha dato alla sofferenza umana la direzione dell’Amore.
In altre parole questa, accettata con Amore e per Amore,
come ha scritto S. Agostino: “Quando uno ama, le fatiche non sono in alcun modo pesanti … la stessa fatica
è amata. Soffrire per Amore incenerisce la
sofferenza col fuoco dell’Amore. L’uomo grande e
forte nella Fede si sente sempre più simile