9. L’UOMO VESTITO DI BIANCO.

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Il pensiero di fra Giacomo

Loreta, la Visitata da Dio
Le visite di Dio sono sempre apportatrici di grazia, di fecondità, di vita e di salvezza. Si direbbe che l’autrice Loreta sia stata, ancora una volta, “Visitata da Dio” per scrivere su Giovanni Paolo II. Non solo su di Lui, ma per lei stessa e per coloro che desiderano un apporto di grazia, o meglio un sup-porto di grazia, un’ overdose di fecondità spirituale, un segno di vita testimoniata per la salvezza dai nemici.
Riecheggiano alla mente accenti di vibrata tenerezza mista a riverenza le parole proferite da Zaccaria, dopo un lungo periodo di silenzio, posandosi su Giovanni: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo” (Lc 1,76), perché sei tu, o Giovanni, “inviato da Dio” a preparare la via a colui che viene e sempre verrà a visitare il suo popolo. E tu, Loreta, come Giovanni, sei aralda che annunzia prima del mattino il sorgere di un sole radioso. E tu, Giovanni Paolo II, sarai grande, perché saprai scomparire come astro allo spuntare del sole, come lampada alla luce del giorno.
Lo scomparire è andare nel deserto, un deserto che si trasforma in una lunga strada. Il parallelo personaggio Zaccaria vede in questo bambino appena nato il lancio nella missione di precursore. Si annullano i confini del tempo e dello spazio. Giovanni è già, sin dalla nascita, un’ austera e autorevole voce che grida nel deserto; è già profeta nel suo rude lavoro di battistrada; è già colui che apre una grande via di conversione e chiama il popolo a camminare in essa per raggiungere colui che è misericordia e riconciliazione.
Il deserto interpretato da Loreta è il deserto delle nostre caotiche strade cittadine, il deserto sul luogo di lavoro, il deserto nelle nostre famiglie, il deserto nelle nostre comunità parrocchiali, il deserto nelle comunità religiose, il deserto dell’indifferenza… il deserto dove l’acqua della Grazia