27. LA MITE VOCE DELLO SPIRITO.

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La Pentecoste: Fuoco che arde

Gli Ebrei si recavano a Gerusalemme per la festa della mietitura per commemorare il fatto di Dio con il suo popolo sul monte Sinai, cinquanta giorni dopo l’uscita dall’Egitto. Erano
riuniti anche i discepoli lì dopo la Risurrezione (il ritorno di Gesù al Padre) e avrebbero raccolto il frutto della semina del Maestro: la venuta dello Spirito, che è sceso “in stile divino” come
il Vento che non si vede ma trascina; come il Fuoco che sembra inoffensivo, ma fa ardere. E’ uno Spirito che mette d’accordo gente con punti di vista diversi, uno Spirito che
accetta la pluralità e, all’interno di essa opta per il dialogo. Auguriamoci che venga una nuova Pentecoste e generi sul nostro mondo comunità cristiane che mettano fine a ciascuna barriera,
che, impedisca la comunicazione, la diversità, l’incontro. Manda il Tuo Spirito, Signore, a rinnovare la Terra (sal 103, 1.2.4.29.31.34). Se viviamo dello Spirito, camminiamo secondo le
vie dello Spirito (Gal. 5, 16-25). Lo Spirito della Verità ci guiderà a tutta la Verità (G 15, 26, 27) Nella Chiesa di Gesù la persona ha un valore infinito, perchè è unica: c’èPietro
in essa, c’è Giacomo il discepolo Amato Paolo e chiunque voglia ascoltare l’invito: “Seguimi”. Per questo esistono varietà di carismi e di servizi. Lo Spirito Santo è impresso, vive dentro ognuno