LA SOFFERENZA
Il vero cristiano sostiene gli ammalati come opera di misericordia. È al servizio con la gioia nel cuore, conduce la vita nelle opere, sorride,
è gioioso pur nella sofferenza, che considera sorella,
come diceva S. Francesco. Essa fa parte dell’esistenza, è missione fino alla fine con il mio sguardo,
con la mia lacrima sul letto di morte, con la mia ultima parola, comunicherò d’amore ogni messaggio.
Essa va amata, perché prima o poi arriva a tutti.
Il mio affetto si riempie di umanità fedele
se il mio cuore è con chi soffre. Diceva Frassinetti
Santa Paolo, (1834): “Quando arriva una malattia, dovete
chiederle da parte di chi viene e risponderà che viene da Dio ed allora ricevetela gioiosamente e trattatela con rispetto”. Caro Gesù potrò dire: voglio un regalo da Te: dammi le Tue spine
perché voglio coronare il mio cuore, (Don Luigi Orione). Provo il dolore fisico e spirituale, mi trovo nel suo abisso a sperimentare come in una passione invisibile,
dolori fisici, allontanamenti, spoliazioni, derisioni, abbandoni spirituali, avversioni, ad essere ultimi per essere primi: tutto nella ottica del Mistero cristiano, come apostola
fervente a cui viene concesso di soffrire
per Amore e per dono là proprio dove si esplica il proprio impegno, la propria dedizione.