16. IL MIO SANTO PAPA MI È VICINO.

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Table of Contents

ogni razza, ceto, amarsi “in toto”. Ci ha ricordato che
non siamo soli, che con Gesù siamo sulla retta via in buona
compagnia, che Egli ispira uno stile di vita ordinato, beato: è
il riferimento! Altrimenti, dove andiamo? Solo Cristo fa
diventare buoni e grandi tutti quelli che lo seguono
per l’eternità. Grazie, S. Papa, che hai testimoniato
il “Totus Tuus” alla Madre delle madri, alla benedetta come
Lei, fino alla fine, amando sotto la Croce. Nelle sue materne
braccia il tuo abbandono è diventato anche
l’ affidamento a Lei: anche noi desideriamo essere
tutti suoi, figli devoti e preganti, teneri,
umili, bisognosi delle sue carezze amorevoli,
della sua guida, del suo aiuto assiduo e costante, perché
vuole solo il nostro bene, salvarci ad ogni costo
le anime che risorgono a vita nuova giorno per giorno,
peregrinanti, sì, ma nella Luce, vigilanti, pure,
bianche, limpide, angeliche, belle, che fanno solo
il bene, in cammino al servizio dei fratelli e di Dio.
L’apoteosi del Papa Giovanni Paolo secondo,
cresciuto sotto lo sguardo della Madre, accompagnato
costantemente dal Suo amore, consegnatosi tutto
a Lei è codesta: “Cristo non è sceso dalla Croce”;
ha parlato così a chi gli ha proposto le dimissioni, quando
il Suo corpo cedeva sotto il peso degli anni e delle
malattie. Non vi è possibile conoscermi dal di fuori, ma dal di
dentro. Egli e la Mamma hanno percorso insieme il viaggio
santo celeste. Si è sempre accompagnato a Lei col Santo Rosario.