16. IL MIO SANTO PAPA MI È VICINO.

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UN OMAGGIO DOVUTO: MEMORARTI

È necessario parlare di te, amato Papa carissimo,
perché l’uomo non dimentichi i tuoi vissuti,
il tuo insegnamento, perché abbia un maestro
certo a cui guardare, da cui attingere pensieri,
azioni, opere, affinché cenacoli si formino
di preghiere, di approfondimento, di conoscenze,
di lettura, di progetti, di scritti, di pensiero
operante, costruttivo, costruito a dimensione
di uomo, umano e divino, nella sua duplice
essenza, di quell’essere moderno, che sembra
proiettato nel futuro, nelle idee, nella corsa,
preso dal sé, dallo sviluppo tecnologico e
consumistico, nell’investimento totale solo
di quell’io, che vuole tutto saper fare,
dirigere, organizzare, procacciare, poiché
all’apice della scala, al punto più alto
del progresso, dell’ascesa, del benessere.
Quest’uomo preso dall’individualismo
ad ogni costo, dall’egoismo, dal soddisfacimento
dei suoi desideri non si accorge di avere
buttato a mare la bussola dei sentimenti,
dell’ascolto all’altro uomo, della dipendenza
dal Creatore e dal suo simile, non si
costruisce nel suo intimo. Non sta attento alla