di gioie inestinguibili e durature per l’eternità,
col buon vivere, le buone opere, devo pensare solamente
costantemente e soprattutto, al dare, al donare, al ricevere
quasi mai, né ad aspettarmi ricompense, al dare per avere.
So che è assolutamente difficile, perché ognuno deve
fare i conti anche con la propria natura, il periodo e
il come vive ogni situazione. Sa come dice al fedele
S. Pio di non dubitare mai della divina predilezione.
Dio prova per amore. Con Te, Signore, riesco a governare me
stessa, le mie passioni, i miei desideri, a trovare la via giusta
il mezzo adeguato per risolvere, affrontare, capire la scelta
adeguata, ciò che è utile al mio vivere, il necessario che può
soddisfare il vissuto quotidiano, l’indispensabile e non il superfluo,
a guardare sempre avanti e a chi è meno fortunato di me,
a non infossarmi, a non perdermi nei tanti rivoli delle mete.
Ho proprio bisogno di suggerimenti di pensieri consoni
ad ogni vicenda, di avere serenità e adeguati propositi
di forza e di coraggio per sentirmi bene nel mio spirito
e poter donare pace a chiunque io incontri sul mio
cammino. Santificarsi è possibile, significa proprio
questo: avvisare dentro di sé la bontà, la sincerità,
il progredire possibilmente con onestà, trasparenza
mettercela tanto, limitatamente alle possibilità, per meritarsi il Paradiso.
FESTEGGIANDO S. VALENTINO
ricordando il Santo del III secolo
(14 febbraio)
Sapete chi era San Valentino? Il patrono mondiale
degli innamorati. È stato un vescovo, naturalmente
celibe, che ha governato settant’anni una Chiesa
in tempo di persecuzioni e infine è morto… e già
martire, condotto in tribunale, decapitato, perché
ha convertito un filosofo al tempo molto noto,
Cratone e tre seguaci ateniesi. Anche se le notizie
su di lui storiche non sono così certe, perché un altro
Valentino c’è stato ed un altro ancora del secolo
V; sappiamo che il vero la diocesi ha retto
di Terni in Umbria, guarda caso il “cuore”
d’Italia dal 199 al 273, anno in cui a morte
è stato condannato per aver rifiutato di adorare
gli idoli. È stato un tipo deciso e coraggioso,
insomma. Come mai proprio quest’anziano e
barbuto scapolo è finito a far da patrono alle
tenerezze di chi si vuol bene? Tutta colpa di
alcune leggende. La prima narra del pagano
Sabino e della cristiana Serapia, due giovani
umbri innamorati, aiutati a sposarsi dal Santo e morti
insieme poco tempo dopo. La seconda storia è
diffusa nei Paesi anglosassoni e vuole che
il vescovo ternano avesse l’abitudine di offrire
un fiore a tutti i ragazzi e le ragazze, che