LA SANTITÀ È PER TUTTI GLI UMILI
Quanta semplicità è nella vita dei Santi
uomini. Sant’Ignazio (1686) ad esempio, divenuto
sacerdote, ha rinunciato ad incarichi di prestigio
ed ai benefici commessi con amore, per dedicarsi
all’assistenza di soldati feriti durante la guerra
contro le armate franco – spagnole, come cappellano
dell’esercito del re di Sardegna, con il fermo desiderio
di tendere alla perfezione. Ha trascorso della sua vita
gli ultimi anni nel Convento del Monte dei Cappuccini
di Torino, amando il silenzio, il raccoglimento,
le veglie ai piedi del tabernacolo, sapendo rimboccarsi
pure le maniche e mettersi degli orfani, dei poveri, al servizio.
“Il bel Paradiso – soleva ripetere – non è fatto per i
poltroni. Lavoriamo dunque”. Uomo di grande umiltà,
fino a poco prima della morte svolse i lavori
più umili della vita di convento, continuando a
benedire sempre, confessare e consigliare quanti
accorrevano a lui. Dio cambia, Creatore
rinnova il mondo, fa diventare sale della terra noi
e la luce del mondo se l’uomo si converte.
Adoperarsi per la santità, araldi dei valori
cristiani, pregando, per riportare le vittorie
nei combattimenti spirituali dona spirituale
maturità profonda “per opporsi agli egoismi
sociali, agli interessi privati, all’attaccamento