Guardiamoci dal fare del Natale la festa dei torroni
e dei panettoni… delle luminarie, delle settimane
bianche, ma ricordiamo la ricorrenza del Figlio di
Dio della nascita in una stalla. In cerca, la Madre,
di un luogo imprevisto dalla logica degli uomini,
in contrasto con qualunque criterio intellettivo,
rifiutata da ogni casa ed ostello, porta a compimento
l’evento in una stalla non confortevole, tra animali,
il bue e l’asinello, in povertà ed in semplicità. Così
proprio come Cristo desidera essere accettato da noi,
ma l’umanità cerca sempre di sbarrargli la porta,
lasciandolo fuori dall’albergo. Cerchiamo la Sua
comprensione, di rabbonirLo, creandogli l’albero
di Natale ricco di doni. La Mamma ci invita a
vedere il Figlio come portatore di gioia, di felicità.
Ci chiede gli occhi per guardare la realtà del mondo
senza egoismi, orecchie per ascoltare e fare propri
i problemi degli altri, dimenticando le proprie
amarezze. Ci chiede le braccia per sollevare i pesi
che gli altri non riescono a rimuovere, per andare
i piedi da chi soffre e portare un sorriso, il cuore
per amare chi non ha mai ricevuto una carezza,
la bocca per pronunciare parole di consolazione
e di incoraggiamento, l’intelligenza e la volontà
per diventare sale della terra, là dove tutto sembra
insipido. La Madre dona tutto questo con la nascita
di Gesù che ci insegna la Via, la Verità, la Vita.