15. A GESÙ UN OMAGGIO: INSEGNACI AD AMARE.

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mi maltrattano, mi mancano di rispetto,
non importa. Tu ti sei riempito di ogni
umiliazione, io seguo Te, guardo Te, Ti

offro il mio travaglio, il mio dolore, le
mie pene tutte. Capisco che rimango sempre
così ingenua da avere fiducia, continuamente
resto una carta straccia usata dalle

circostanze e gettata, rifiutata, condannata,
mal giudicata, avversata come mamma,
come sposa, come volontaria, come
scrittrice non considerata, nonostante bene

conosciuta al servizio della comunità.
La mia fede mi riempie di gioia
comunque. Non voglio giudicare, condannare
alcuno: i vicini che mi procurano tante ferite.

Capisco come dovremmo considerarci una
risorsa, ma anche come le varie malattie
e problematiche ci portano lontano dall’operare
bene con affettività, con gratitudine, con la

passione ad ognuno di noi. Il periodo della
vita, mano a mano, diventa difficile di
calvario ed è bene, come ci ha consigliati S. Pio, di
salirlo con la volontà di offrirlo in preghiera e santità.

Mi basta che Tu mi gratifichi, mi esalti, mi guardi, mi parli,
mi consideri la Tua pupilla degli occhi, con amore mi guidi.

Amen­­